mercoledì 6 aprile 2011

4 mesi

Oggi i miei ragazzi compiono 4 mesi… e forse è arrivato il momento di mettere insieme un po’ di ricordi… questo post è più per me, che per chi lo leggerà.

La mattina del 6 dicembre insistito tanto con Stefano per farmi delle belle foto al pancione, il cesareo era programmato per il 10 e io desidero assolutamente la prova tangibile di quanto sono grossa – solo pancia a dire il vero visto che in 36 settimane sono ingrassata solo 14 kg e addirittura gli stivali si chiudono con dentro il mio polpaccio! -, alla fine il futuro babbo mi accontenta.

La mattinata passa tranquilla, dal letto al divano, da un punto croce all’altro; ormai sono in casa da quasi due mesi con il permesso di “libera uscita” solo per andare ai controlli ai Careggi, ma va bene così.

Pranzo con Stefano e nel pomeriggio viene la zia per aiutarmi a sistemare un po’ le cose dei ragazzi; la situazione in casa è questa: in salotto la libreria a tutta parete è arrivata da circa tre settimane e i libri dalla camerina sono stati lentamente allocati nel nuovo spazio, ma sul pavimento giaccciono tre enormi scatoloni pieni delle centinai di riviste di Stefano accumulate in 5 anni di convivenza e sopravvissute al trasloco; sparsi un po’ ovunque per la casa vi sono buste e buste di panni da 0 a 24 mesi, generosamente regalati da amici con figli già grandicelli, divise tra quelli da mettere subito – quindi da lavare giusto per rinfrescarli – a quelli da trasferire in garage; in camerina si trova due lettini appena montati, ma temporaneamente utilizzati per appoggiare qualsiasi cosa… insomma il caos regna sovrano!

A metà pomeriggio, verso le 17, viene a trovarmi un amico, facciamo due chiacchiere e mentre la zia continua a mettere via body, magliette e tutine già pronte per essere indossate e mi chiude la Valigia, mi prendo un bel caffè con un paio di biscottini e poi Giu’ se ne va…

Torno dalla zia in camerina e dopo pochi minuti mi sento scendere qualcosa tra le gambe, e non è pipì … panico totale! Mia zia con la sua solita praticità: “Ti si sono rotte le acque, non è niente”.

Non è niente?!?!?!?

Vado in bagno e l’acqua scorre a fiumi! Beh due sacchi di cui uno polidramnios (per i non addetti: la placenta di Niccolò aveva troppe acque… ). Chiamo nell’ordine: futuro babbo, futuro nonno, ginecologa e maternità di Careggi!

Futuro babbo e futuro nonno arrivano nel giro di 10’, la ginecologa mi dice di andare subito in ospedale, alla maternità mi dicono di aspettare perché NON HANNO POSTO!

Ovviamente ero sempre in bagno e in lacrime… NON HANNO POSTO ?!?!?

Che vuol dire: “non venga, non abbiamo posto, aspetti e richiami tra un quarto d’ora”? In 10’ scarsi arrivo all’accettazione della maternità di Careggi, sono le 18.30 circa…: “permesso, scusate, aiuto, mi si sono rotte le acque e aspetto due gemelli!”. Mi ripetono: “signora le avevamo detto di NON venire, di aspettare…” e io – in lacrime – “mi sono rotte le acque, buuuu , ho due gemelli, buuuu, dove volete che vada!?!?!? buuuu, abito qua dietro, buuuu… ok visitateci e poi, se stiamo bene, andiamo in un altro ospedale, buuuuuuuu”.

Mi visitano, effettivamente le mie perdite erano liquido amniotico – volevo chiedere alla dottoressa specializzanda se secondo lei potevo fare tutta quella pipì… - il collo dell’utero accorciato… non possono più mandarmi via… il medico di guardia é veramente dispiaciuto perché DEVE ricoverarmi, ma non ci sono posti letto… e io mi sono pure scusata per il disturbo! Non scherzo, sono veramente dispiaciuta…

Così mi portano via sulla sedia a rotelle, nel frattempo erano arrivati anche la futura nonna e la futura zia e un’amica già mamma di due gemelli, mentre l’amica che sarebbe entrata in sala operatoria con me sta arrivando da Pistoia.

Ovviamente continua a piangere… sono terrorizzata!

Al secondo piano della maternità c’è la sala parto;  mi fanno “accomodare” su un lettino per fare il tracciato (operazione abbastanza complicata con due gemelli che hanno deciso di stare così vicini-vicini tanto da non riuscire a distinguere i due battiti!), inserimento ago cannulla e due chiacchiere con il chirurgo e l’anestesista… Si fanno le 20.30, il cambio turno è alle 21, noi stiamo tutti bene perciò intervento slittato alle 21.30… Nuovo turno e nuove chiacchere… confesso che dopo il pranzo c’è stata la merenda… caffè e biscottini… intervento rimandato alle 23.30… Nel letto accanto a me c’è un’altra ragazza… in travaglio! Neanche per lei – ricoverata d’urgenza per problemi di pressione – c’è posto in reparto…

Alle 23 la mia amica prende in mano le redini della situazione e così abbrevia un po’ i tempi e mi portano in sala operatoria… sorvoliamo sugli aspetti medico-chirurgici dell’operazione e concentriamoci su quelli emotivi: ho pianto tutto il tempo e non per l’emozione di diventare mamma, ma PER LA FIFA BLU che avevo!!!

E’ stato tutto un: “oddio! Ma chi me l’ha fatto fare! Aiuto! Ho paura! Buaaaaa! Mi sento male! Non ci vedo più (infatti la mascherina mi chiudeva gli occhi….) Aiuto! Etc etc … Chi mi conosce bene sa di cosa sono capace… Infatti l’equipe è stata avvertita dalla mia amica e nessuno mi considera!!!

Improvvisamente alle 23.35 mi sento più leggera e sento il primo pianto… Gabriele! dopo appena due minuti, alle 23.37, fanno nascere anche Niccolò! Li intravedo appena, ma incredibilmente smetto di preoccuparmi per me e comincio a preoccuparmi per loro (immagino che sarà così per un bel po’ di tempo…).

Portano i miei ragazzi dal pediatra e dopo un po’ me li appoggiano sul petto per farmeli vedere e anche sbaciucchiare un po’ per poi portarmeli via di nuovo ... Indelebile è il ricordo dei loro visi urlanti, è stampato nella mia mente e nel mio cuore, sapevo che era un momento unico, quello che non sapevo è che li avrei rivisto solo dopo 15 ore…

Mi portano in sala travaglio (!) per le due ore successive insieme a Stefano, che decide alle 1.00 di notte di comunicare a tutti con un sms che sono nati i ragazzi… un sacco di messaggini non sono mai arrivati, mah! Il mio pensiero invece é: oddio devo avvertire l’Elisabetta di non venire domani mattina, la Marzia che domani pomeriggio non posso andare e l’Antonella che è tutto rimandato, nell’ordine la signora delle pulizie, l’estetista e la parrucchiera… beh avrei voluto essere in ordine per il parto…

L’immagine più bella me l’ha regalata Stefano la mattina dopo, quando è arrivato con un bellissimo mazzo di rose e l’espressione felice e un po’ spaesata da neo-babbo… ovviamente il momento più emozionante è stato quando ho incontrato di nuovo i miei ragazzi…

L’avventura è iniziata…

Tempo di lettura previsto per i volenterosi 10’: quanto da casa mia alla maternità di Careggi...

Barbara&co.

5 commenti:

  1. Michela....la bi-zia7 aprile 2011 alle ore 09:20

    Io ho letto il post anche se sapevo già quasi tutto. Sono stati momenti che non dimenticherò mai nemmeno io. A me è rimasta impressa l'immagine di quando Stoffa, il bi-babbo per chi non lo sapesse, è passato per il corridoio con il carrellino doppio che portava, appena
    "sfornati", i due cuccioletti a fare i controlli. che emozione!

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  2. intanto auguri ai ragazzi, 4 mesi sono 4 mesi :)
    poi che dire...momenti magici, racconto meraviglioso!

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  3. Anche se lo conoscevo già mi ha ri-emozionato questo racconto...orgogliosa di essere una bi_babysitter!!

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  4. Dall'ultima frase noto che sei una lettrice, appassionata o meno, di Vanity Fair, ma passiamo alle cose importanti...
    A quanto pare Niccolò, Gabriele e Guglielmo sono nati nello stesso ospedale allo stesso piano...noi c'eravamo finiti perché lo volevamo far nascere al Margherita e poi, dopo un giorno intero passato lì ci spostarono.
    Ma scusa, ma davvero dopo aver fatto nascere 2 (due) bambini eri preoccupata perché dovevi cancellare gli appuntamenti?????

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  5. caro salvadors... ebbene sì!
    ancora non mi rendevo conto...

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